di Francesco Anzivino*
In Splendori e miserie del gioco del calcio lo scrittore uruguagio Eduardo Galeano riporta un’intervista alla teologa tedesca Dorothee Sölle. Alla domanda su come avrebbe spiegato la felicità a un bambino, la studiosa rispose: «Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare». Una corsa dietro a un pallone, lo sguardo alla porta, il tiro e l’immaginario urlo dei tifosi sugli spalti: momenti di non trascurabile felicità. È questo quello che si trova e prova leggendo (o qualora se ne abbia la fortuna, come mi è capitato, sentendo) le parole di Mario Di Cretico in ricordo di una particolare partita di calcio che si tenne al Ballarin più di settanta anni fa. Continua a leggere